Interazione tra neuroni e glia per working memory multiple

 

 

ROBERTO COLONNA

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XIX – 29 ottobre 2022.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

È un’impresa di assoluta importanza nelle neuroscienze la definizione delle basi della working memory (WM), ossia della memoria di funzionamento che accompagna momento per momento la nostra vita, fornisce il supporto necessario a tenere il filo di un discorso, ma interviene anche nei più semplici atti mentali che richiedono l’utilizzo di dati registrati per l’elaborazione. Le basi neurobiologiche della memoria di funzionamento finora riconosciute sono prevalentemente riconducibili ai neuroni della corteccia prefrontale laterale e alle reti dell’ippocampo connesse[1], ma numerosi studi suggeriscono una complessità, una versatilità e un’efficienza di questa funzione che non trova riscontro nell’attività delle esigue strutture attualmente identificate.

La WM si ritiene possa essere codificata da numerosi e differenti pattern di attività neurale, che vanno dall’accensione persistente di popolazioni neuroniche a schemi dinamici di attività delle reti, senza contare che è stata suggerita la possibilità neurobiologicamente plausibile di meccanismi silenti per cui la WM è mantenuta grazie a semplici variabili sinaptiche. Esistono numerosi modelli per questi meccanismi, ma tutti quelli elaborati finora prendono in considerazione solo le cellule nervose, mentre Maurizio De Pittà e Nicolas Brunel, accettando l’ipotesi di un ruolo importante svolto dalla glia nei processi psichici inclusi quelli cognitivi alla base della WM, introducono modelli di reti corticali neuroni-glia in cui la segnalazione sinapsi-glia può rendere conto sia di una codificazione mediante la massiccia espressione di potenziali d’azione, sia di una codificazione silente della WM.

I due autori propongono argomenti teorici in grado di spiegare gli esiti sperimentali emergenti che danno conto della natura variegata della codificazione della WM e del possibile contributo della glia nella realtà fisiologica.

(De Pittà M. et al., Multiple forms of working memory emerge from synapse-astrocyte interactions in a neuron-glia network model. Proceedings of the National Academy of Sciences USA 119 (42): e2207912119 – Epub ahead of print doi: 10.1073/pnas.2207912119, 2022).

La provenienza degli autori è la seguente: Krembil Research Institute, University Health Network, Toronto, ON (Canada); Division of Mathematical Modeling with Multidisciplinary Applications, Basque Center for Applied Mathematics, Bilbao (Spagna); Department of Neurobiology, Department of Physics, Duke University, Durham, NC (USA).

I principali meccanismi proposti alla base della WM includono l’attività persistente in popolazioni neuroniche, un’attività variante nel tempo per una popolazione neuronica e processi silenti, in termini di attività rilevabili, determinati da stati interni nascosti delle popolazioni neuroniche responsabili. Ancora non si sa se tali meccanismi candidati si escludano a vicenda, e non si conosce il loro esatto sostrato biofisico (bioelettrico) e molecolare. Tradizionalmente la WM è stata studiata come proprietà dei neuroni e delle reti formate dalle loro sinapsi, ma oggi – e da molto tempo – conosciamo l’importanza della glia, non solo in termini trofici e di sostegno, ma anche per il contributo che fornisce ai processi dell’encefalo che mediano la cognizione, l’affettività e le emozioni. In particolare, centinaia di studi hanno dimostrato il ruolo di modulazione esercitato dagli astrociti sulle reti neuroniche della corteccia cerebrale.

Maurizio De Pittà e Nicolas Brunel propongono di indagare, per studiare la WM, un modello di rete che include neuroni e glia, e mostra che le interazioni glia-sinapsi possono condurre a stati stabili multipli della trasmissione sinaptica. In dipendenza dei parametri adottati, ciascuno schema di interazione glia-sinapsi può condurre a un distinto pattern di attività di rete, e ciascuno di questi può fungere da sostrato della WM.

 

L’autore della nota ringrazia la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza e invita alla lettura delle recensioni di argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E NOTIZIE” del sito (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).

 

Roberto Colonna

BM&L-29 ottobre 2022

www.brainmindlife.org

 

 

 

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[1] Sul ruolo della corteccia prefrontale laterale nella working memory si veda: Note e Notizie 22-10-22 Risolta una controversia su working memory e corteccia prefrontale.